domenica 3 gennaio 2016

Bologna

La chiamano la rossa, la grassa, la dotta, è vero. Le si addicono tutti i tre i nomi. La sua posizione, al centro della pianura Padana, ricorda i paesaggi dove sono nata. Anche l'atmosfera che si respira in città è frutto della sua conformazione territoriale. Si respira quell'aria di benessere, sufficiente per vivere bene, ma non ci si impegna più del necessario. Visto che la pianura è la terra madre ricca e fertile, in fondo basta il minimo di impegno  e riesci ad ottenere quanto basta. Non è il territorio impervio della montagna dove devi lottare anche per ogni centimetro di terra, devi lottare tutti gli istanti, impegnarti al massimo. Lì la natura è dura e non ti aiuta molto, lì è tutto una lotta aspra per tutto. In pianura invece è tutto più facile, hai tutto a portata di mano. Qui spazi sconfinati, l'orirzzonte che si perde nel infinito può essere un invito all'ozio, oppure ti da la voglia di esplorare quell'infinito. Ecco, per me Bologna è così. Ha uno suo stile sobrio, non troppo pomposo. Lo stile è piuttosto uniforme, un pò mediaevale. La maggioranza degli suoi edifici sono di colore uguale, rosso appunto. Nonostante rievochi il medioevo non è tetro, è aperto e anche materno con tutti i suoi portici, che ti proteggono e nascondono pure. Il monumento che mi è piaciuto di più è la facciata del Palazzo D'Accursio, bello e masestoso. La Basilica di San Petronio, invece a me, che vengo con gli occhi pieni del barocco Romano, è sembrato spoglio. Come se non fosse stato ancora terminato, gli artisti sono andati in pausa e non sono ancora tornati per terminarla. Bellissima invece la cappella affrescata! L'altro monumento invece che mi è piaciuto era la Basilica di Santo Stefano, austero nella sua primitiva semplicità. Solo pietra nuda con qualche scultura che ricorda l'elementare ed autentica fede degli inizi del Cristianemismo. Mi hanno sempre affascinato i linguaggi allegorici, quel raccontare per immagini dove ogni cosa racconta un concetto, un idea. In realtà questo complesso agli inizi era composto di 7 chiese che dovevano imitare il Santo Sepolcro di Gerusalemme. La Basilica custodisce le spoglie di San Petronio, il patrone di Bologna. 
La parte dotta, il quartiere universitario, invece mi è sembrato abbandonato a se stesso. Magari è solo un impressione, ma quelle mura imbrattate dai graffiti anche senza senso hanno poco a che fare con la città che ospita una delle prime università d'Europa. Presso l'Accademia Filarmonica di Bologna si addestrarò sotto la guida di padre Martini il giovane Mozart nella composizione contrappuntistica e conseguì il fatidico diploma.   
La grassa? Sì, nulla da dire, si mangia più che bene! 

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